Colorata, profumata, divertente, travolgente...questo mi torna alla mente non appena ripenso al mio viaggio a Marrakech, una città che ha il potere di prendere sottobraccio il viaggiatore e condurlo in un’esperienza incredibile!
Ma andiamo in ordine e partiamo dal principio...alle 02:00 parto da casa, fortunatamente il volo da Milano (Malpensa) a Marrakech parte alle 06:00, dico per fortuna in quanto a quest’ora l’autostrada A4 è praticamente deserta e in meno di 2 ore sono al terminal 2. Consegnato il bagaglio da stiva e superato il controllo passaporto, mi dirigo al gate d’imbarco con largo anticipo. L’aereo decolla in orario e durante il volo, tra un sonnellino e l’altro, scambio qualche parola con un simpatico marocchino che torna in patria e che mi da indicazioni circa le pietanze da assaggiare. Una volta atterrati all’aeroporto Menara e superati i controlli di rito, esco alla ricerca di un taxi che mi porti al mio alloggio. Dopo un riposino ristoratore, preparo lo zaino fotografico e mi incammino verso il centro di Marrakech, impaziente di visitarla e di scoprirne le meraviglie. Il Sole è violentissimo, la temperatura piuttosto elevata, ma una brezza tesa rende sopportabile il caldo. Da lontano il minareto della Koutubia, svettando dalle basse abitazioni marocchine, si mostra in tutta la sua altezza e mentre mi avvicino mi rendo conto di quanto esso sia imponente! Realizzo le sue effettive dimensioni solamente quando mi trovo a un centinaio di metri di distanza e, reclinando il capo all’indietro, rimango a osservarlo stupito...è veramente enorme! Dopo qualche foto al minareto e alla bella piazza che gli fa da contorno, affamato, mi dirigo verso quella che è l’anima stessa di Marrakech, piazza Jemaa El Fna. Non appena la raggiungo vengo investito da quella che poi chiamerò “la voce di Marrakech”: il rumore di sfreccianti motorini e di carrozze trainate da cavalli, i festosi richiami dei venditori di spremute d’arancia (favolose) che sorridendo attirano la mia attenzione (qualcuno già con il bicchiere pieno!), il suono melodico dei flauti degli incantatori di serpenti, il quasi assordante tamburellare dei percussionisti berberi...tutto questo si unisce ad un frenetico sfrecciare di mercanti, donne tatuatrici, carretti trainati da asini e pittoreschi venditori d’acqua! All’inizio, lo ammetto, si rimane un po’ basiti, ma niente paura, in men che non si dica si viene rapiti da quest’atmosfera allegra e divertente...tanto è vero che nel giro di cinque minuti stavo già ridendo e scherzando con un venditore di spremute! Dopo un buonissimo tajine di pollo (un piatto tipico a base di pollo e verdure) decido di visitare Jardin Majorelle, uno stupendo giardino donato alla città da Yves Saint Laurent, per cercare un po’ di relax. All’interno di questa tenuta regna una calma che è in netto contrasto con le caotiche strade cittadine, i giardini sono rigogliosi e ordinati, le essenze cactacee e succulente prosperano e le aiuole sono curatissime. I miei occhi, però, non riescono a staccarsi dai coloratissimi vasi di terracotta che punteggiano i percorsi pedonali. Terminata la visita ritorno in piazza Jemaa El Fna per una bibita rinfrescante sulla terrazza di uno dei bar che danno sulla piazza stessa. La vista dalla terrazza è bellissima, ma le forze iniziano ad abbandonarmi, complici le 2 ore scarse di sonno della notte precedente. A malincuore ritorno in hotel e cado letteralmente in un sonno profondissimo. L’indomani la sveglia suona prestissimo, colazione alle 07:00 e poi via! Il programma per oggi è ricco di target interessantissimi ed io sono impaziente di assaporare Marrakech fino in fondo, tanto è vero che mi ritrovo quasi a correre lungo la strada per il centro. Prima tappa: una meravigliosa spremuta in piazza Jemaa El Fna. Scegliere non è facile, i venditori fanno a gara a suon di battute e sorrisi per convincermi ad andare da loro, uno mi chiama, l’altro fischia, quell’altro ha già la spremuta pronta...fantastico!! Carico come una molla mi dirigo verso la prima vera tappa della giornata: la medersa Aly Ben Youssef, una scuola coranica costruita nel XIV secolo. Per raggiungerla mi devo addentrare nei souk, ovvero i mercati di Marrkech, un vero e proprio labirinto di vicoli, incroci, angusti passaggi dove i mercanti espongono ogni sorta di mercanzia, dalle coloratissime stoffe alla frutta secca. Per il momento, però, decido di raggiungere la medersa e dedicarmi alla visita dei souk in un secondo momento. In circa 20 minuti mi trovo all’ingresso della scuola coranica, pago il biglietto, percorro un corridoio...e ancor prima di attraversare la porta d’accesso per il cortile interno mi fermo e rimango a bocca aperta! La meraviglia che intravedo viene ampiamente mantenuta dopo aver attraversato la porta: le pareti sono totalmente coperte di fini decorazioni e ospitano delle pittoresche finestre, le travi in legno di cedro scolpite in bassorilievi elaboratissimi e le due facciate sono l’apoteosi dell’arte marocchino-andalusa. Sono letteralmente rapito da cotanta ricchezza d’arte, dalla finezza dei decori e dall’atmosfera di serenità che questo cortile mi trasmette. Rimango parecchio tempo a scattare fotografie, cercando di rendere omaggio a questo gioiello. Interessantissima la vista al piano superiore, dove si trovano le celle degli studenti che fino al 1962 studiavano il Corano. Terminata la visita della medersa controllo la cartina e mi dirigo verso la seconda tappa: il quartiere dei conciatori di pelle. Ovviamente la cartina, dopo un paio di incroci, è totalmente inutile e mi ritrovo a vagare senza meta tra tortuosi vicoli! Per nulla preoccupato mi godo una parte di Marrakech che non è stata intaccata dal turismo di massa, cerco di orientarmi ma senza risultato, tanto è vero che, dopo un giro lunghissimo, mi ritrovo alla scuola coranica! Senza farmi prendere dallo sconforto riparto, prendo a sinistra piuttosto che a destra e mi ritrovo in una strada dove, di tanto in tanto, le mie narici sono pervase da pungenti odori non proprio piacevoli...sono arrivato! In men che non si dica vengo avvicinato da un ragazzo che mi invita ad entrare nella conceria per spiegarmi il procedimento di concia delle pelli. Non prima di essermi accordato sul prezzo, decido di seguirlo. Il primo aspetto che balza agli occhi sono le condizioni di lavoro degli operai, veramente pessime! Qui ho il tempo di scattare diverse fotografie alle vasche contenenti gli acidi e le tinture, mentre la mia guida mi illustra le diverse fasi di lavorazione. Dopo la visita alle concerie vengo amichevolmente invitato a entrare nel negozio dell’amico della mia guida...il quale tenta di vendermi praticamente di tutto!! Ho dovuto impegnarmi non poco per rifiutare, ma alla fine ce l’ho fatta e me ne sono andato. Mi rituffo nei souk in direzione Jemaa El Fna e di tanto in tanto mi fermo a fotografare questi pittoreschi mercati. Giunto in piazza mi concedo un’altra spremuta (creano dipendenza!) e decido, visto il caldo allucinante, di tornare in hotel per un rinfrescante tuffo in piscina! Dopo aver sguazzato per bene ed essermi rigenerato mi preparo per tornare in piazza per la cena e per assistere ad uno spettacolo fantastico, Jemaa El Fna in veste notturna, un tripudio di luci, sapori, suoni, profumi, odori! Ma anche qui andiamo in ordine...arrivo in piazza verso le 20:00 e subito vengo attirato da un simpatico ragazzo il quale mi mostra il menù e mi invita a osservare la freschezza delle carni esposte, delle verdure e la pulizia dei tavoli! Sono veramente affamato e accetto all’istante, così vengo invitato a sedermi da un entourage di camerieri festanti che mi fanno accomodare. Tutta la piazza si è trasformata in un ristorante all’aperto, fatto di tantissimi ristoranti mobili, ognuno dei quali cercherà di accaparrare il maggior numero di clienti possibile. Mentre attendo il mio pasto assaporo i profumi di carne e verdure che si diffondono su Jemaa El Fna, ascoltando un festoso vociare e facendomi cullare dai suoni della piazza. Dopo cena salgo sulla terrazza di un bar, nella speranza di poter immortalare la piazza da una posizione favorevole. La fortuna mi arride e riesco a trovare posto ad un tavolino proprio a fianco della ringhiera che da sulla piazza! Felicissimo, preparo reflex e cavalletto e scatto subito un paio di foto, nell’attesa che faccia completamente buio. Lo spettacolo al quale assisto non ha eguali, Jemaa El Fna assume un’atmosfera magica, senza tempo. La “voce di Marrakech” si arricchisce di luci, canti e profumi che entrano nel cuore dello lo spettatore e riescono a trasmettergli la vera anima di Marrakech. Che spettacolo fantastico! Soddisfatissimo della serata (...e delle fotografie...) cerco un taxi e torno in hotel. L’adrenalina che ho in circolo non mi permette di addormentarmi subito e così pianifico la giornata successiva: domani si visitano palazzo Bahia, palazzo El Bidi e i souk nella Medina. Palazzo Bahia e palazzo El Bidi si trovano a SUD di Jemaa El Fna, sono due costruzioni totalmente diverse e per questo vale la pena visitarle entrambe. Plazzo Bahia è stato costruito alla fine del XIX sec. e ci vollero 14 anni per terminare la costruzione. Il palazzo fu decorato dal pavimento al soffitto e ulteriori abbellimenti furono commissionati tra il 1894 e il 1900. I soffitti in legno intagliato e dipinto sono la vera attrazione di questo palazzo, le decorazioni sono molto elaborate e dai colori sgargianti. Palazzo El Bidi, invece, è stato quasi raso al suolo nel XVI sec. a seguito di un saccheggio, sono però visibili i bellissimi pavimenti decorati ed è possibile accedere a una terrazza dalla quale è facile vedere le cicogne al nido! Ora, dopo un pasto frugale, mi aspetta un’avventura all’interno della Medina: la visita dei souk. Mi addentro nei famosi mercati di Marrakech da un ingresso sul lato NORD di Jemaa El Fna e semplicemente mi lascio guidare dall’istinto, da un colore, da un odore, piuttosto che dalla curiosità di “vedere cosa c’è oltre quel portone”. Passeggiare per i suok senza meta, lasciarsi trasportare dal lento fluire della folla dove una direzione vale l’altra, evitare scooter, biciclette, asini e carretti di ogni tipo è una esperienza assolutamente unica, che permette di scoprire viuzze colme di mercanzia, ma anche angoli dove un artigiano insegna pazientemente al figlio a fare la treccia con il cuoio, angoli dove un vecchio berbero pelle-e-ossa ti invita sorridente a sederti per chiacchierare, angoli che esplodono di tessuti colorati alla fine di un vicolo buio, angoli che racchiudono pregiati manufatti in pelle...poi ci si ritrova per sbaglio nel souk delle spezie, dove le narici si impregnano di inebrianti profumi e gli occhi godono dei meravigliosi colori delle tinture...tornando indietro si prende a sinistra invece che a destra ed ecco matasse di lana colorata pendere del soffitto, siamo nel souk dei tintori...sì, il miglior modo di godersi i souk fino in fondo è farsi guidare dall’istinto e dalla curiosità!! Stremato, ritorno in piazza Jemaa El Fna e, manco a dirlo, mi prendo una spremuta d’arancia per ritemprarmi. Il Sole inizia a scendere ed io non vedo l’ora che sia di nuovo buio per assaporare la favolosa cucina marocchina e gustarmi un’altra volta lo spettacolo della piazza, prima di tornare in hotel. Dedico le ultime ore a Marrakech, prima del volo per Milano, agli acquisti di favolose e coloratissime spezie e approfitto per un ultimo giro nei magici souk. L’aereo decolla in orario, giusto in tempo per poter ammirare dall’oblò uno stratosferico tramonto sull’oceano, degna conclusione di un viaggio straordinario.
Federico Rongaroli
QUI altre foto del viaggio